sabato 29 novembre 2008

INTERVISTA AL GESUITA: PARTIAMO DA QUI

Quello che sto per postarVi, cari lettori, è l'intervista fatta da Cristoforo Barbato ad un gesuita nel 2001, contente sconcertanti rivelazioni, riguardo il caso Nibiru.
Posso definire questo documento, come punto di partenza al fatidico argomento "2012".
Vi prego di leggere attentamente ogni passo dell'intervista.

PREMESSA

Nel 2000 lavoravo a Roma in qualità di redattore della rivista “Stargate”, dove pubblicai una serie di articoli inerenti le mie ricerche sulle apparizioni di Fatima e il famoso Terzo Segreto, i vari misteri coinvolgenti il Vaticano nonché le possibili implicazioni aliene delle stesse apparizione portoghesi avvenute nel 1917. In seguito alla pubblicazione iniziai a ricevere una serie di e-mail da un personaggio che si definiva un “insider” del Vaticano, il quale fu spinto a contattarmi (anche se in maniera anonima sporadicamente lo aveva gia fatto in precedenza) perché attratto proprio dalle mie ricerche inerenti l’inchiesta sulle apparizioni di Fatima, e non solo. Dalle lettere, inviatemi da questo personaggio, emergeva che il Vaticano annoverava una struttura d’intelligence, chiamata dal mio interlocutore Servizio Informazioni del Vaticano (in breve SIV). Nelle mail erano contenute delle informazioni interessanti, ed in una di esse mi fu preannunciato che molto presto avrei ricevuto del materiale tra cui un video, fattomi recapitare in seguito per posta, inerente l’osservazione del presunto decimo pianeta in avvicinamento al sistema solare. La ripresa sarebbe stata effettuata da una sonda spaziale inviata nello spazio remoto, facente parte di un programma spaziale avviato nei primi anni ‘90, denominato “Sìloe”. Da tali indicazioni e non solo, ho capito che lo scrivente era a conoscenza d'informazioni di gran lunga più dettagliate di quelle rilasciatemi per iscritto. Per un anno circa vi furono contatti informali via e-mail e per posta, nei quali mi rivelò di essere un Gesuita membro del SIV e di lavorare a Roma presso alcune strutture della Santa Sede, cosa che in seguito verificai essere vera, informandomi a sua insaputa. In seguito e con una certa difficoltà riuscì ad avere un primo incontro fisico in un luogo pubblico della capitale, dove iniziò a rivelarmi alcune informazioni. L’incontro, avvenuto nel 2001, fu voluto fortemente da me, in quanto "conditio sine qua non" per il proseguimento dei nostri contatti, dato che fino ad allora il mio atteggiamento, nonostante il videotape, fu contraddistinto da un ovvio scetticismo e diffidenza nei suoi confronti. Fu in quella occasione che i miei dubbi si dissiparono, quando mi mostrò le sue credenziali, alcune delle quali corrispondevano in buona parte con quanto da me precedentemente appurato. Inoltre mi rivelò di usufruire di un’autorizzazione alla supervisione denominata ‘Secretum Omega’, che è la più alta categoria di classificazione di segretezza in Vaticano equivalente al 'Cosmic Top Secret' della Nato. Il dialogo si svolse sottoforma di continue domande e risposte, in quanto durante l’ultima comunicazione era stato concordato che avrei posto delle domande ben precise. Difatti avvenuto l’incontro il Gesuita ribadì tale impostazione del dialogo anche se, nonostante il mio desiderio di porre svariate domande e il poco tempo a disposizione, alcune sue risposte hanno ovviamente stravolto l’impostazione originaria di alcuni quesiti. Tuttavia la conversazione che segue anche se costituisce la summa di quanto rivelatomi non è del tutto completa, in quanto alcune informazioni e dettagli aggiuntivi, ricevuti sia in precedenza che in seguito all’incontro, ho preferito non rivelarli, almeno per il momento.

[Barbato] Come è entrato a far parte del S.I.V.?

[Gesuita] Il S.I.V. annovera elementi provenienti da diverse realtà, tutte strettamente connesse alla Chiesa e composte soprattutto, almeno nella parte dirigenziale, da sacerdoti in maggioranza aderenti all’ordine dei Gesuiti, monaci Benedettini e Religiose; in tutto poco più di un centinaio di elementi. Possono sembrare pochi ma non è così se si considera che in ogni parte del mondo dove c’è un sacerdote o una suora c’è una potenziale fonte d’informazioni preziose. Altri elementi sono stati, e tutt’oggi, sono seguiti in ambienti ed istituzioni a carattere laico interne alla Chiesa come ad esempio: associazioni a carattere umanitario, schieramenti politici vicino alla Santa Sede, movimenti cattolici giovanili, ecc. Il mio iter è stato molto simile a questo. In sintesi gli elementi come me sono stati segretamente seguiti, indirizzati e formati secondo determinati criteri noti in certi ambienti. Ognuno di noi oggi si rende conto di aver avuto in passato un suo “angelo custode” nonché mentore, successivamente.

[B] Potrebbe fornirmi maggiori elementi sul S.I.V.? Perché è stato creato, da quanto tempo opera...

[G] La struttura è top secret ma per ora posso dirle che è organizzata in maniera analoga alle altre strutture d’intelligence come CIA, MI6 l’ex KGB ecc. Non ha una sede ufficiale fissa ma sceglie di volta in volta un sito dove riunirsi, in strutture però sempre sotto la giurisdizione della Città del Vaticano. Da un punto di vista cronologico la scintilla che ha innescato l’avvio di tale organizzazione scaturisce da un evento avvenuto nella prima metà degli anni ‘50 negli Stati Uniti, per l’esattezza nel Febbraio del 1954. L’evento in questione fu l’incontro di una delegazione aliena avvenuto in California nella base di Muroc Airfield (divenuta poi la sede della base aerea di Edwards) con il presidente Dwight Eisenhower e a cui presenziò l’allora Vescovo di Los Angeles James Francis McIntyre. L’incontro venne opportunamente filmato dai militari con tre cineprese 16mm, dislocate in vari punti, caricate con pellicola a colori e motore con caricamento a molla; quest’ultima soluzione piuttosto scomoda, perché costringeva ogni operatore a cambiare bobina ogni 3 minuti circa di ripresa, fu necessaria in quanto in presenza degli alieni e delle loro astronavi i motori elettrici delle cineprese più grandi non riuscivano a funzionare. Furono girati in tutto sette rulli da trenta metri, per un totale di circa venti minuti di ripresa. Al termine dell’incontro ogni membro della delegazione terrestre giurò solennemente di non rivelare a nessuno quanto visto e sentito degli alieni. Non mi chieda che fine ha fatto il film perché credo che conosca già la risposta. Comunque, nei giorni a seguire McIntyre, probabilmente contrariato per aver prestato un giuramento che in coscienza riteneva iniquo, partì di gran fretta per Roma al fine di incontrare il Santo Padre Pio XII per riferirgli dell’incredibile evento. Ma il Vescovo McIntyre per poter giungere in Italia doveva effettuare uno scalo prima a New York per poi ripartire alla volta di Roma, il tutto con l’ausilio di un aereo privato. Il velivolo decollato in un primo momento da Los Angeles dopo circa un’ora e mezzo di volo a causa d’improvvisi problemi tecnici fu costretto ad atterrare nel cuore della notte su una pista dell’aeroporto “Skyhaven” sito a Las Vegas. Durante il periodo necessario alla riparazione dell’aereo, circa un’ora e mezzo, salì sull’aereo un personaggio che chiese di conferire con il Vescovo. L’uomo che mostrò credenziali militari delle forze armate USA ,era un colonnello dell’USAF, fu ricevuto da McIntyre. La conversazione durò circa venti minuti durante i quali quest’uomo diffidò il Vescovo dal riportare con esattezza tutta la vicenda a cui aveva assistito, in quanto l’intera questione aliena era già oggetto di studio e controllo da alcuni anni e che doveva essere d’esclusivo appannaggio dell’USAF. Il militare sottolineò che il Presidente aveva chiesto solo un parere di carattere spirituale e soprattutto di discernimento in quella situazione assai anomala e che il giuramento non si riferiva soltanto ad una possibile divulgazione di un tale evento al mondo intero ma che si estendeva anche al Santo Padre. Non ultimo il problema delle infiltrazioni di spie sovietiche all’interno dello stesso Vaticano. Il Vescovo rispose che era suo preciso dovere riferire al Papa di tale incredibile evento. Oggi si è propensi a pensare che quel guasto fu voluto preventivamente per dar luogo a quest’incontro, organizzato da alcuni militari probabilmente all’insaputa dello stesso Eisenhower. Prima di congedarsi il militare disse al Vescovo che la scelta di riportare quella notizia a Roma avrebbe creato seri problemi e a lui personalmente sarebbe potuto costare molto. Tra l’altro, quanto di quell’incontro con gli alieni fosse stato predetto in qualche messaggio di carattere divino non c’è dato sapere. Due giorni dopo il Pontefice Pio XII ricevette il Vescovo McIntyre. Dopo aver meditato molto sulle implicazioni che avrebbe potuto avere un rapporto esclusivamente militare con gli alieni, il Papa decise di istituire un servizio d’informazioni segreto con una denominazione sulla falsa riga del servizio d’informazioni militare fascista, il SIV appunto, che avrebbe dovuto raccogliere tutte le informazioni possibili sulle attività delle entità aliene e sulle informazioni che su di esse avrebbero raccolto gli americani. Era di fondamentale importanza tenere aperto il canale di comunicazione con il presidente Eisenhower. Il SIV sostanzialmente venne costituito per acquisire e gestire tutte quelle informazioni riservatissime che riguardavano soprattutto la tematica extraterrestre coordinandosi con le altre strutture d’intelligence di altri paesi. La neonata struttura si proponeva fondamentalmente di gestire gli aspetti dal punto di vista morale, filosofico, etico e religioso.

[B] Cos’è che ha fatto pensare a Pio XII che i militari americani avrebbero condiviso informazioni così delicate con il Vaticano? Come la mettiamo con il militare incontrato all’aeroporto di Las Vegas?

[G] Vede, essere convocati dal presidente degli USA nel cuore della notte per un aiuto ed un supporto spirituale in una situazione che potremmo definire unica nella storia dell’uomo moderno, credo sia solo segno di stima e fiducia. A conferma di ciò le dico che una volta tornato negli Stati Uniti McIntyre e l’Arcivescovo di Detroit Edward Mooney in un secondo momento, furono i principali coordinatori delle operazioni di passaggio delle informazioni al Vaticano. Gli eventi però presero una piega inaspettata in quanto lo stesso McIntyre ed altri esponenti del SIV iniziarono ad avere degli incontri diretti, in assenza e all’insaputa dei militari, con una razza aliena di tipo nordico, apparentemente positiva, proveniente dalle Pleiadi; questi alieni misero in guardia dagli esseri che erano stati incontrati in precedenza dagli americani nel deserto della California. Questi incontri con esponenti del SIV si verificarono più volte negli USA e due volte anche all’interno dei Giardini Vaticani presso la Pontificia Accademia delle Scienze, alla presenza dello stesso Papa Pio XII.

[B] Allora, quello che asserì Padre Pio da Pietralcina sull’esistenza d’esseri viventi in altri mondi che non avevano peccato e che per tale motivo hanno raggiunto un grado evolutivo elevatissimo, è vero?

[G] Certamente, ma questi esseri a cui adesso si riferisce vivono su un piano dimensionale, se così si può dire, diverso pur non essendo angeli nel vero senso della parola, mentre gli alieni nordici di cui ho parlato sono esseri in carne e ossa, che seppure molto evoluti da un punto di vista tecnologico e spirituale hanno la loro corporeità. Queste creature asserirono di aver scoperto nella Chiesa Cattolica, o più precisamente nel messaggio Cristico, la presenza autentica di Dio e si dichiararono disponibili alla collaborazione per il bene dell’umanità. Fu proprio questa affermazione da parte di questi esseri che convinse Pio XII a collaborare con loro, considerandoli addirittura autentici convertiti alla fede cristiana. Probabilmente il Pontefice pensò che la Chiesa Universale doveva cominciare ad estendere il suo messaggio anche ad esseri provenienti da altri mondi. Comunque sia, questi alieni negli anni a seguire furono d’aiuto determinante per la Chiesa di Roma nel portare avanti specifici compiti nel mondo. In particolare intervennero in determinate situazioni di carattere politico e sociale di portata mondiale (su questo punto invito a rileggere quanto scritto a suo tempo dal console Alberto Perego in alcuni dei suoi libri, NdA). In seguito anche Papa Giovanni XXIII beneficiò dell’appoggio di questi esseri che avevano sposato la causa Cristiana ma preferì rendere sempre comunque il merito a più vaghi “interventi angelici”. Papa Giovanni aveva ereditato, se così si può dire, un accordo di collaborazione tra la Santa Sede e gli alieni positivi di razza nordica stipulato con il predecessore. La cosa andò avanti per tutta la durata del pontificato di Roncalli il quale però aveva più volte espresso ai vertici del SIV il suo disappunto per l’estrema fiducia che si stava riponendo in quelle creature, tanto che oggi si è portati a pensare che uno dei motivi che diede il via al Concilio Ecumenico Vaticano II sia stata proprio la necessità di fare un primo e concreto passo verso il rinnovamento della Chiesa, anche in vista di un possibile ed imminente “contatto”.

[B] In riferimento a questi interventi o ‘mediazioni celesti’, possiamo includere anche il presunto incontro avvenuto nel 1963 tra il contattista americano George Adamski e il Papa?

[G] Ci stavo proprio arrivando. Adamski incontrò realmente il Papa. Si recò a San Pietro una volta soltanto per incontrare l’allora Pontefice il quale aveva già deciso che la Chiesa non doveva più intrattenere rapporti diretti e collaborazioni con gli alieni, seppur positivi. Giovanni XXIII riteneva inoltre inaccettabile che una simile relazione fosse rivelata al popolo cristiano. Il compito affidato dagli alieni ad Adamski fu quello di tentare un estremo ed ultimo accordo con il Pontefice ormai morente. Egli fu un messaggero per conto degli stessi esseri che incontrarono Pio XII. Queste entità incaricarono lo stesso Adamski di consegnare al Papa un dono; quest’ultimo, che conteneva una sostanza liquida che avrebbe fatto sparire in pochi giorni l’eteroplasia gastrica da cui era affetto, peggiorata in quelle ultime ore da una peritonite acuta. Il Papa non bevve quella sostanza; disse in punto di morte guardando il Crocefisso; “Quelle braccia allargate del Cristo sono state il programma del mio pontificato. Un pontificato umile e modesto quanto volete, ma di cui mi sono assunto tutte le responsabilità. Sono contento di quello che ho fatto e di come l’ho fatto....”. Tuttavia questo gesto da parte degli alieni fece concludere al Papa, con quel poco di lucidità ed energie che gli erano rimasti, che questi “fratelli del cosmo” avrebbero potuto condurre un’attività sicuramente positiva e benevola verso l’umanità ma che avrebbero dovuto operare autonomamente e distintamente alla Chiesa e, in generale, dall’operato dell’uomo che, con la preghiera, agisce secondo la Legge di Dio e, in particolare, sotto l’azione dello Spirito Santo. Con il tentativo di Adamski terminò il rapporto diretto tra queste creature ed il Papa stesso e i suoi successori, i quali fidandosi dell’illuminazione di Giovanni XXIII stabilirono che non era più opportuno avere rapporti diretti. Successivamente in un manoscritto riservato di Papa Roncalli per il suo successore, con allegato un dossier riservato sul S.I.V., il Pontefice menzionò un passo del Vangelo che chiudeva e spiegava chiaramente l’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli esseri positivi provenienti da altri mondi:
Dal Vangelo secondo Marco ( 9, 38 e seg)
In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i démoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa".
Il senso, in estrema sintesi, è che la presunta attività positiva di questi alieni, che avevano aderito al messaggio cristico, non doveva essere ostacolata, ma “benedetta”, doveva essere però un’attività disgiunta e parallela a quella della Chiesa. Gli alieni di conseguenza erano da considerarsi alla stregua dello straniero che guarì nel nome di Cristo, e questi non gli impedì di farlo. In tal senso andrebbe inserito il discorso che il neo Pontefice, insediatosi al defunto Pio XII, fece il 5 Aprile 1961 quando rivolgendosi alla folla riunitasi in Piazza San Pietro per l’udienza generale disse: “alcune voci che prima ci erano ignote. Ma si tratta sempre di voci che dal cielo scendono sulla Terra, voci che hanno il riflesso dell’onnipotenza del Padre Celeste”.

[B] Parliamo dei suoi incarichi in seno al SIV.

[G] I miei incarichi erano di carattere puramente tecnico, i più importanti erano ad esempio ricevere informazioni segretissime provenienti da un radiotelescopio del Vaticano situato in Alaska e girarle ai rispettivi destinatari…

[B] Un attimo solo, ma di quale radiotelescopio sta parlando? Non sapevo che il Vaticano possedesse una struttura del genere in tale area geografica.

[G] Il Vaticano possiede e gestisce un radiotelescopio avanzatissimo, che adotta sistemi e tecnologie all’avanguardia, gestito solamente da personale appartenente all’ordine dei gesuiti e che è ubicato all’interno di un impianto industriale per il recupero del petrolio, apparentemente dimesso, sito nello stato americano dell’Alaska. Il complesso è mimetizzato perché ufficialmente le attività che vi si svolgono non sono le stesse della struttura del VATT in Arizona e sono coperte dal massimo segreto.

[B] Quando è stato costruito tale apparato e soprattutto con quali finalità visto che il Vaticano annovera già altri siti astronomici in varie parti del mondo?

[G] Quello che posso dire è che è stato costruito nel 1990 con lo scopo di studiare i corpi celesti ‘anomali’ in avvicinamento alla terra, analogamente a quanto fatto per esempio dalla CIA, che tra i tanti suoi ‘occhi segreti’ annovera il telescopio gemello di Hubble, SkyHole 12. Inoltre il SIV fu avvisato durante gli incontri con Pio XII dell’avvicinamento di un corpo celeste al sistema solare ospitante una razza aliena evoluta e molto bellicosa. Seppi ben presto che il materiale che dovevo ricevere qui a Roma ed elaborare al computer era molto interessante e segretissimo. Fu durante l’elaborazione di alcuni dati e informazioni provenienti da questo radiotelescopio che una sonda inviata nello spazio remoto, inserita all’interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare. I dati furono ricevuti in Alaska nel mese di ottobre del 1995. Qui cominciarono i miei problemi. Scoprii che non dovevo decrittare io i dati provenienti da quella sessione di trasmissione e si creò una situazione pericolosa. Fu allora che il mio referente mi rivelò che all’interno del Vaticano erano conviventi due fazioni che si contendevano la gestione di un tipo di informazioni con un livello di segretezza di gran lunga superiore al TOP SECRET.

[B] Potrebbe fornirmi ulteriori dettagli sul programma spaziale SILOE? Chi ha progettato la sonda, da dove è stata lanciata…

[G] La sonda denominata “Siloe” prende il nome proprio dall’omonimo programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90. Inoltre posso aggiungere che il programma Siloe è a sua volta inserito in un altro e più vasto programma, denominato Kerigma. (Sulla natura di quest’ultimo e degli altri sottoprogrammi che lo compongono non mi e stato rivelato nulla, NdA). Per ora posso solo dirle che la sonda è stata assemblata presso l’Area 51, disponeva di un motore a impulsi elettromagnetici e, una volta completata, fu collocata in orbita da un velivolo del tipo Aurora. La sonda non disponeva di calcoli e preindicazioni sulla traiettoria e ubicazione precise di Nibiru, per cui il suo scopo era di approssimarsi al pianeta correggendo la rotta il più possibile per poi riavvicinarsi al Sistema Solare ad una distanza tale da poter trasmettere dati e immagini al radiotelescopio segreto posizionato in Alaska. La sonda venne lanciata una volta ultimato il radiotelescopio ed effettuò la trasmissione delle riprese nel 1995.

[B] Quanto da lei affermato mi spinge a rammentare alcune delle teorie formulate dal ricercatore Zecharia Sitchin in merito al noto 12° pianeta e di un suo futuro ritorno. Conosce tali studi?

[G] Si, almeno negli aspetti principali; ciò che posso dirle di sicuro è che il S.I.V. in collaborazione con la Lockheed Martin inviò quella sonda che realizzò le immagini da me elaborate. Si tratta di un corpo celeste molto grande che nel giro di tre anni al massimo, a partire dal 2001, farà “sentire” la sua presenza all’interno del sistema solare.

[B] In che modo ha avuto accesso a simili informazioni?

[G] Attualmente usufruisco di un’autorizzazione alla supervisione denominata ‘Secretum Omega’. Questa è la più alta classificazione di segretezza in Vaticano, equivalente al 'Cosmic Top Secret' della Nato. Esso è suddiviso in tre livelli d’informazione: dal meno dettagliato Secretum Omega livello III al Secretum Omega livello I che è il più completo. Il mio compito attualmente è di formare nuovi elementi del S.I.V. e di avviarli all’uso dei sistemi di comunicazione propri di tale organismo.

[B] In Italia le informazioni raccolte dal radiotelescopio in Alaska come giungono?

[G] In Italia esistono impianti radio e antenne unitamente a due satelliti geostazionari sopra l’Italia stessa di una compagnia di telecomunicazioni americana, la Sprint International, che ha parabole nel nord e nell’estremo sud dell’Italia. Tale compagnia ha un contratto speciale con il SIV e su un canale riservato invia e riceve dati cifrati con un algoritmo di crittografia riservato e personalizzato, in uso dal 1994. Prima il SIV usava un sistema di crittografia ideato da una società svizzera che in seguito fu abbandonato, perché uno dei membri di questa società lo rivendette clandestinamente agli israeliani. Altre informazioni di carattere tecnico per ora non posso fornirle.

[B] Vorrei porle una domanda su un noto religioso italiano legato alla Chiesa, mi riferisco a Monsignor Balducci che ha pubblicamente rilasciato determinate affermazioni sulla tematica extraterrestre. Balducci per caso opera in accordo con il S.I.V.? È a conoscenza della sua esistenza?

[G] Sicuramente Padre Balducci ha condotto i suoi studi e le sue ricerche in maniera totalmente autonoma senza seguire alcun tipo di programma stabilito in precedenza. Nelle sue ricerche non è mai stato ostacolato, anzi in qualche circostanza è stato in un certo modo incoraggiato.

[B] Un attimo solo, mi è sembrato di aver capito dalle sue parole che esisterebbe un programma di divulgazione. È, forse, per tale ragione che ha deciso d’incontrami e rivelarmi tali informazioni?

[G] Siamo -schegge impazzite- secondo il sistema, ma consapevoli che certi eventi che stanno per verificarsi coinvolgeranno tutti gli esseri viventi del pianeta, nessuno escluso. L’umanità intera in questa attuale fase storica sta vivendo un periodo molto particolare e strettamente collegato ad alcuni eventi ‘chiave’ contenuti nel libro dell’Apocalisse. Il genere umano deve affidarsi completamente al messaggio di salvezza e di redenzione di Cristo, quello che San Paolo ha definito il Kerigma, quello che Giovanni Paolo II cerca di portare in tutte le nazioni del mondo. Crede che il Papa non sappia quanto siano vicini certi avvenimenti?

[B] Ma di tutte queste informazioni l’attuale Pontefice quanto conosce, alla luce anche delle accorate dichiarazioni rilasciate da un anno a questa parte?

[G] All’interno del Vaticano esistono due correnti in contrapposizione; una è fautrice di questo programma di informazione ed è difesa anima e corpo da Wojtila, l’altra è tutta protesa ad ostacolarlo con ogni mezzo, a tal punto che alcuni elementi di questa fazione fanno parte anche di gruppi di potere occulti che, per fare un esempio, controllano il mercato petrolifero mondiale che attualmente sta incidendo sulle varie economie internazionali, con l’unico obiettivo di schiacciare ogni iniziativa legata alla diffusione d’energie pulite alternative. Gruppi come quello a cui si può ricondurre la vicenda del famoso e controverso caso ufologico 'Guardian' che lei conosce, drammaticamente autentico in gran parte, tranne in quella relativa ai fotogrammi della presunta entità aliena. Comunque la documentazione cartacea e le informazioni in esso contenute descrivono una situazione reale. La realtà spesso supera la fantasia più sfrenata; purtroppo è così. Ma di tali organizzazioni occulte, il vertice è l’SVS.

Fine dell'intervista.
COPYRIGHT CRISTOFORO BARBATO, WWW.SECRETUM-OMEGA.COM

martedì 25 novembre 2008

CNN NEWS 24-11-2008

BREAKING NEWS

CNN to link Obama White House Transition Team Leader to UFOs

Toronto Ontario November 23, 2008 – John Podesta, the newly appointed Co-Chair of the Barack Obama White House Transition Team is set to be linked by CNN to his earlier National Press Club statement that called for the American government to open its UFO files to the public because it is the law.
ZlandCommunications has learned that John Roberts, anchor of CNN’s American Morning will begin a week long UFO investigation with Podesta’s statement: “I think it's time to open the books on questions that have remained in the dark on the question of government investigations of UFOs. We ought to do it because the American people quite frankly can handle the truth, and we ought to do it because it's the law.”
Podesta, the former Chief of Staff in the Bill Clinton administration has been a long-time advocate of UFO Disclosure and an end to unnecessary government secrecy. John Podesta is the CEO of the Centre for American Progress – an agency against unnecessary government secrecy.
Could this provocative statement by Podesta and his subsequent appointment as Co-Chair of the White House Transition Team be a signal that the Obama administration is preparing for the disclosure of UFO files similar to the releases by the French and British government?
Podesta’s video statement advocating an end to UFO secrecy can be viewed at: http://www.youtube.com/watch?v=R2Sz-MgoFos
American Morning’s Monday Nov 24, 2008 topic is: ‘What do Moonwalker Edgar Mitchell, Actor Dan Aykroyd, Fmr. White House Chief of Staff John Podesta and CNN Correspondent Miles O'Brien have in common? They have all seen UFO's, believe in them or both.’
CNN’s American Morning airs at 6:00 am EST on your local cable or satellite CNN channel.

lunedì 24 novembre 2008

INTERMEZZO NEWS

A Roma, nel corso del settimo Convegno Nazionale di Ufologia, si è dunque parlato degli X files italiani. Dodicimila casi dal 1900 ad oggi e una piccola attesa per gli appassionati on line: l'intero elenco cronologico (presentato nella versione cartacea e proiettato su uno schermo) sarà in rete entro la fine del 2008, un anno che indiscutibilmente ha segnato un rinnovato picco di interesse per la materia. L'iniziativa del Centro Ufologico Nazionale, che raccoglie anche il contributo del Cusi, di altri enti e di studiosi privati, si inserisce infatti nel solco delle iniziative prese dai governi britannico e canadese, che, dopo l'analogo provvedimento della Francia nel 2007, hanno tolto il segreto ai dossier; non solo, nell'anno che sta per concludersi ci sono state anche dichiarazioni ufficiali di Brasile, Ecuador, Giappone e Vaticano. Ebbene, che cosa di interessante nella nostra documentazione? Tanti atti relativi ai fatti censiti e già divulgati in vari modi. Le "chicche" non sono mancate: dall'analisi di fatti relativi a visioni strane (la vicenda del marinaio della corazzata Caio Duilio, che nell'estate del 1945, sul finire della Seconda Guerra, avvistò nel cielo di Taranto una formazione di 15 esseri alati dalle sembianze umani, anzi più simili alle Erinni dantesche) alla valutazione di veri e propri documenti storici. Tra questi i dispacci telegrafici con il quale il Duce in persona ordinava, pena il deferimento al tribunale di sicurezza dello Stato, di cassare la divulgazione di notizie relative all'atterraggio di "aeromobile di natura e provenienza sconosciute". O il singolare ripetersi, anni e anni dopo, di uno stesso oggetto, visto però da persone che risiedono in differenti parti del mondo e che nemmeno si conoscono: è il caso ad esempio del "sigaro con finestre illuminate" avvistato nel 1933 da piloti della Regia Aeronautica, sopra Mestre, e nel 1948 nell'Alabama da Clyde Tombaugh, scopritore del pianeta Plutone. I disegni fatti dai piloti italiani e dall'astronomo (non certo un mentecatto, ma semmai degno, se non altro, di un certo credito) sono combacianti in maniera impressionante. C'è poi il rapporto originale, non censurato, del comandante Zaghetti, dell'Md 80 dell'Alitalia (marche I-DAWC; sigla del volo AZ184) che nel 1991, in atterraggio a Londra Heathrow, vide un oggetto stranissimo e luminoso. Nella relazione azzardò che si trattasse di un missile, ma gli inglesi (e questo è uno dei files "liberati" dal segreto nelle scorse settimane) alla fine lo classificarono come oggetto non identificato, un Ufo appunto. E sempre in tema di aerei e piloti, ha parlato "live" l'ex comandante Franco Tranquilio, che nel 1973 con un DC 9 Alitalia, in avvicinamento a Torino Caselle avvistò una strana luce che saliva, scendeva, si dilatava e si comprimeva. Una volta atterrato scoprì che tanta altra gente stava osservando il fenomeno. Infine, ma solo di striscio perché l'argomento è scottante e articolato (ci ritornerò con appositi post), si è parlato pure dei fenomeni di combustione di Caronia, nella zona delle Eolie. Fenomeni inquietanti, da mettere in relazione a un'accertata e certificata irregolarità elettromagnetica tuttora presente, tant'è che la zona è stata interdetta al traffico aereo dopo che una serie di foto spettacolari ha documentato l'interferenza tra un presunto disco volante e un elicottero militare, atterrato in emergenza con il rotore centrale gravemente danneggiato. Insieme alla vicenda del metronotte genovese Zanfretta, che sostiene di essere stato rapito dagli alieni ben 11 volte, l'episodio siciliano rappresenta, seppur con modalità e caratteristiche diverse, uno degli eventi più misteriosi mai avvenuti in Italia. Il convegno ha presentato i casi, ma poi, come è giusto che sia, ha lasciato libero ciascuno dei partecipanti di trarre le conclusioni che preferisce. La domanda suggerita dagli organizzatori per contrastare scettici e dubbiosi, è però logica: se tutti questi fatti, anzi se i 2 milioni di avvistamenti registrati nel mondo dal 1947 sono spiegabili, se insomma gli Ufo sono terrestri, dove sono mai finiti tutti quanti? E con essi, dove sono coloro che li avrebbero pilotati?

24-11-2008, Corriere.It, Flavio Vanetti

domenica 23 novembre 2008

FERMIAMOCI UN'ATTIMO

Ci vuole. Una pausa intendo.
Chi avrà letto alcuni dei miei post, iniziando dalle dichiarazioni dei vertici della specola Vaticana, passando per le parole del compianto Monsignor Balducci, i racconti biblici a cui (secondo il mio modo di vedere) ognuno di noi deve dare un'interpretazione personale e non affidarci solamente a quello che la congregazione della dottrina della chiesa ci impone (Imposizione e Chiesa: dovrei aprire un'altro blog), le vicende di Pio XII (e non finiscono qua, questo era solo un prologo a tutto), le apparizioni contrastanti di Fatima, bene chi a letto tutto questo, secondo me si pone una domanda, alzando gli occhi dello schermo: ma se fosse tutto vero?
E fantascienza. Come sarà fantascienza quello che Vi posterò più avanti. Uso questa parola perchè in un certo qual modo lo è stato anche per me all'inizio.
E quello che sto facendo, cercare di portare agli occhi delle persone certi fatti, è comunque una sfida (andate a vedervi il film "2012", uscirà tra un'annetto, poi capirete il perchè).
Buona continuazione...

venerdì 21 novembre 2008

INTERVENTO EXTRATERRESTRE A FATIMA

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Il 13 Maggio 1917 la località portoghese Cova da Iria, vicino Fatima, fu teatro di una serie d’apparizioni “miracolose” i cui protagonisti principali furono tre pastorelli, Lucia dos Santos e i due cuginetti Francesco e Jacinta Marto, divenuti poi noti come i veggenti di Fatima. Occorre precisare, che già durante i due anni precedenti i tre fanciulli avevano assistito ad insoliti eventi, il primo nel 1915 quando, assorti nelle loro preghiere, videro sugli alberi della vallata una nuvola più bianca della neve, trasparente e dalle sembianze umane. L’anno seguente, mentre i bambini stavano per accingersi a pregare, videro improvvisamente giungere da Est, sopra il bosco, una luce splendente, bianca, che prese le sembianze di un ragazzo trasparente “più brillante di un cristallo penetrato dai raggi del sole e di celestiale bellezza”. Quella figura di luce comparve numerose volte, durante i mesi estivi, sempre nella valle della Cova da Iria. E fu qui che quel fatidico 13 maggio ai tre testimoni riunitisi con un certo numero di fedeli, in quanto avvertiti precedentemente da un “angelo” annunciatore, comparve una giovane donna luminosa che ritennero essere la Vergine Maria (va ricordato che i ragazzi del tutto analfabeti praticavano solo la piccola chiesa locale). Da allora, per ben sei volte ed esattamente il 13 d’ogni mese ai piedi di un Ulivo l’entità celeste si manifestò a sempre più fedeli accorsi data la presunta natura divina dell’evento. In genere, le apparizioni della “Signora” erano preannunciate da “inusuali” manifestazioni nel cielo. La prima volta, stando a quanto dichiarò all’epoca Lucia, un riflesso di luce che si avvicinava anticipò la comparsa della Vergine. Manifestazioni, a cui fu testimone anche l’allora Vicario Generale di Leira il quale dichiarò: “Alzo gli occhi e mi metto a guardare con grande sorpresa vedo distintamente un globo luminoso che si muove verso occidente, spostandosi lento e maestoso attraverso lo spazio…Di repente, però, ecco il globo con la sua luce straordinaria scomparire ai nostri occhi. Accanto a noi stava una bambina…(Lucia dos Santos) che piena di gioia gridava: “La vedo! La vedo ancora! Adesso scende giù!”. “Passati alcuni minuti - continua il Vicario - la bambina continua di nuovo a gridare: “Eccola! Sale un’altra volta!”. E continuò gridando e seguendo il globo con lo sguardo, finché scomparve nella direzione del sole…Cosa pensi tu di quel globo? - domandò il Vicario - “Era la Madonna” rispose senza esitare….I pastorelli in una celeste visione avevano contemplato la Madre di Dio in persona; a noi era stato concesso di veder il veicolo che l’aveva trasportata dal cielo all’inospitale Serra d’Aire”. Una considerazione, quest’ultima, che non restò isolata in quanto come riportato dal libro “Le Meraviglie di Fatima” del Da Fonseca, numerosi testimoni ritennero che il globo fosse un aeroplano di luce venuto a portare la Madonna all’appuntamento con i pastorelli, per poi riportarla in Paradiso.

I fiocchi di neve e il miracolo del sole

I veri fenomeni “sconcertanti”, però, avvennero durante la quinta e sesta (l’ultima) apparizione. Nella prima occasione, dov’erano presenti circa 20.000, subito dopo il passaggio del solito globo luminoso si verificò una pioggia di corpuscoli di colore bianco simile a fiocchi di neve che si dissolsero nell’aria prima ancora di toccare il terreno. Un fenomeno che fu ritenuto misterioso o comunque di carattere divino, ma che oggi grazie allo studio del fenomeno UFO è stato classificato con il termine di capelli d’angelo o bambagia silicea spesso riscontrata al passaggio di UFO. Il 13 Ottobre, invece, avvenne qualcosa di eclatante in quanto a testimonianza dell’incredibile evento furono presenti circa 60-70.000 persone. Quel giorno l’enorme folla ed alcune autorità ecclesiastiche nonché diversi giornalisti si era radunata per poter assistere al “miracolo” che era stato preannunciato, dalla signora di luce, il mese precedente. Ignara di cosa dovesse accadere, la folla fradicia a causa dell’incessante pioggia, guardava nel luogo dov’erano presenti i tre pastorelli. A mezzogiorno Lucia, dopo aver chiesto di chiudere gli ombrelli, invita tutti a guardare il “sole”, comparso dopo che le nubi si erano improvvisamente squarciate, che inizia a evoluire nel cielo. La folla atterrita osserva l’astro mutare in una ruota di fuoco che invia i suoi raggi di diversi colori in ogni direzione per poi discendere a zig-zag sulle proprie teste fermarsi per alcuni istanti e ripartire con un movimento spiraliforme verso il cielo per poi arrestarsi e riprendere la sua attività. Ma lo stupore non finì lì, dato che non solo i vestiti degli astanti ma perfino la terra, anch’essa zuppa d’acqua, risultavano “inspiegabilmente” asciutti. Si iniziò a gridare al miracolo o meglio al “miracolo del sole” (V. art. "Fatima: Il prodigio del “sole”, Pio XII e gli UFO"), anche se come riportato allora dalla stampa locale, quel giorno, come ebbe a dichiarare ai giornalisti, il direttore dell’osservatorio di Lisbona, “nessuna perturbazione cosmica era stata segnalata”. Qualcuno, a questo punto, si sarà domanderà ma, allora, cosa realmente è accaduto nei pressi di Fatima e chi o che cosa si è manifestato, dato che nonostante siano trascorsi più di ottant’anni la Chiesa non si è espressa chiaramente e definitivamente su alcuni aspetti dell’intera vicenda?

Fatima: una connessione Extraterrestre?

Alcuni ufologi, me compreso, ritengono che le presunte apparizioni della Madonna di Fatima, ma soprattutto il famoso “miracolo del sole” presentino diverse e forti similitudini con gli avvistamenti di UFO. Tra i ricercatori che sostengono la tesi ufologica piuttosto che religiosa, vi sono Jacques Vallée, Paul Misraki ed altri, ma un importante contributo ad una simile ipotesi è giunto dal lavoro svolto dai ricercatori portoghesi Joaquim Fernandes e Fina d’Armada. Il primo è professore di Storia presso l’Università Fernando Pessoa di Porto, Portogallo; i suoi interessi di ricerca includono storia della scienza e antropologia comparata di religione, con un'enfasi sui fenomeni anomali; inoltre dirige il Progetto MARIAN (Multicultural Apparitions Research International Academic Network - Struttura Accademica di Ricerche Internazionali e Pluriculturali sulle Apparizioni Mariane). La d’Armada invece è una storica con un Master in Studi Femminili ed ha scritto cinque libri sulle Apparizioni di Fátima, tutti basati su documenti originali tenuti nell’archivio - tre scritti insieme con Fernandes - e centinaia di articoli. La loro inchiesta cominciò nel 1978 dopo alcuni anni di intensi sforzi, i due studiosi sono riusciti a raccogliere un’impressionante quantità di documenti e testimonianze precise per non dire definitive che suggeriscono una nuova matrice sulle apparizioni mariane avvenute a Fatima e non solo. Entrambe, a questo punto, decisero di analizzare attentamente le prime apparizioni e soprattutto di ritrovare la prima immagine dell’entità, così come risultava descritta da tutte le iniziali testimonianze dei bambini prima che fossero influenzati dai modelli religiosi. Nel 1981, i due ricercatori pubblicarono un libro (copia di cui posseggo e da cui ho tratto alcuni dati contenuti nell’articolo) di 460 pagine intitolato “Intervenção Extraterrestre em Fátima - As aparições e o fenómeno ovni” (Intervento Extraterrestre a Fatima – le apparizioni ed il fenomeno UFO) Libraria Bertrand Sarl, Lisboa 1981, pubblicato nuovamente dalla Editorial Estampa di Lisbona nel ’95, in una versione aggiornata, sotto il titolo di “Le apparizioni di Fatima ed il fenomeno UFO” (Inoltre lo scorso anno è stata data alle stampe una nuova versione inglese, risultato di venticinque anni di ricerche, intitolata: Heavenly Lights - The Apparitions of Fátima and the UFO Phenomenon ndr.). Nel volume è scritto che in virtù di un permesso rilasciato alla D’Armada, fu possibile visionare i manoscritti dell’inchiesta parrocchiale depositati nell’archivio segreto del santuario di Fatima da cui emersero informazioni e fatti. Questa vasta ricerca, durata circa sei anni – si tratta dello studio più dettagliato su questo tema, che sia mai stato pubblicato – al contrario della maggior parte dei testi che trattano questo argomento, è basata su fonti di prima mano, interrogatori originali e dichiarazioni rilasciate dai tre principali testimoni delle apparizioni, Lucia, Francisco e Jacinta, oltre ad un gruppo selezionato di un centinaio di testimoni oculari. I due ricercatori hanno scoperto alcuni particolari interessanti ed ignoti sugli eventi occorsi nel 1917 che li hanno portati a concludere che la natura dell’intera fenomenologia mariana in realtà presentava forti ed evidenti implicazioni extraterrestri. La testimonianza più importante (avvenuta per la prima volta nel ’78, dopo aver raccolto sul luogo informazioni sulla persona e di cui si fa accenno più avanti) e determinante per l’inchiesta fu quella della cosiddetta “quarta testimone“, una certa Carolina Carriera (deceduta lo scorso anno ndr), le cui osservazioni dirette e resoconti non erano mai state rivelati prima e che furono sistematicamente ignorate dalle commissioni d’inchiesta ufficiali dell’epoca, ma che fortunatamente furono rinvenute dai due ricercatori nella documentazione inedita (forse segreta).
La Carreira descrive “un contatto di tipo telepatico con un essere biondo e di piccola statura che instillò nella sua testa un ordine ossessivo così descritto: “Vieni qui e recita tre Ave Maria. Vieni qui e recita tre Ave Maria .....”. Inoltre, venne raccolta una sorprendente descrizione da parte di Lucia, quando, intervistata dal giornale locale “Parochial Enquiry” parlò di una “signora molto luminosa, alta circa un metro e dieci centimetri, dall’apparente età di 12 o 15 anni, che indossava un abito molto aderente: una gonna stretta, una giacca ed un mantello, tutti decorati da cordoni dorati cuciti sopra, sul capo portava qualcosa che le nascondeva i capelli e le orecchie, gli occhi erano neri, aveva, inoltre, dei cerchietti ai lati del collo. Veniva dall’alto e svaniva gradualmente nella direzione opposta, non eseguiva movimenti facciali e non muoveva le labbra ma solo le mani di tanto in tanto. Aveva una sfera luminosa nella mano sinistra tenuta all’altezza della vita e voltava le spalle ai testimoni quando se n’andava”.

Lo studio dei documenti e i test in laboratorio

I ricercatori, hanno, tra l’altro, ricostruito gli spostamenti della Signora luminosa (la cui descrizione è chiaramente non conforme alla classica iconografia mariana) fino a luogo dove avveniva l’incontro con i tre pastorelli. Dall’analisi degli incartamenti esaminati i ricercatori stabilirono che l’entità si muoveva all’interno di un fascio luminoso troncoconico che si allungava e ritraeva proveniente da una “nube” che, a differenza delle altre, procedeva controvento. La presenza del fascio luminoso venne confermata dalla testimonianza diretta di Gilberto dos Santos che per ben due volte poté scorgere un fascio di luce, che dall’alto, arrivava fino all’ulivo delle apparizioni e che egli denominò “strada”. Tale fenomenologia non è nuova nell’ambito della casistica ufologica moderna in quanto analizzata in numerosi casi d’avvistamento. Gli autori, attraverso la loro inchiesta, sono riusciti a determinare i parametri della distanza del presunto “fenomeno solare”, avvenuto il 13 ottobre del 1917, rispetto alle posizioni dei testimoni al suolo. I due studiosi hanno scoperto che tutti loro si trovavano all’interno di una fascia larga circa 70 metri che attraversava l’area della Cova da Iria, dove aveva avuto luogo lo spettacolare fenomeno denominato “miracolo del sole”. Questa fascia, orientata in direzione sud-nord, conteneva tutti i testimoni che hanno riferito d’effetti secondari rilevati durante il suddetto fenomeno, quando “l’oggetto solare” (che mimava il sole) era disceso con una terrificante parabola sopra la folla di circa 60.000 persone presenti. Gli effetti notati all’interno della fascia furono: 1) un improvviso ed intenso calore. 2) l’asciugarsi istantaneo degli indumenti e del terreno inzuppati dal precedente temporale. 3) effetti fisiologici o “guarigioni miracolose”. Conseguenze che vennero rilevate all’avvicinarsi dell’oggetto (lungo circa 25 metri) che “imitava” il sole e la cui altezza da terra, secondo le testimonianze, era pressappoco come quella di un pino. Questi tre effetti insieme con le testimonianze sono sufficienti a stabilire la realtà dei fatti, in quanto si tratta di fenomeni provocati da una sorgente esterna ai testimoni. Tali effetti demoliscono le ipotesi esplicative del fenomeno solare in quanto risultato di una semplice allucinazione collettiva. Come del resto anche l’ipotesi di proiezioni d’immagini mentali caratteristiche degli stati ipnotici o simili non calza con le varie visioni di Fatima. Durante lo studio sugli aspetti cromatici del fenomeno solare descritto nel ‘17 i ricercatori scoprirono, con sorpresa, che le testimonianze dell’epoca erano simili alle caratteristiche riscontrate nei moderni avvistamenti UFO. In aggiunta, le manifestazioni del ‘17 descrivevano incredibilmente gli esperimenti di laboratorio condotti dell’astrofisico Jean-Pierre Petit del CNRS francese e Maurice Viton sull’MHD (magnetoidrodinamica) [1], che solo 65 anni dopo hanno visto la luce. Abbiamo potuto stabilire che a Fatima il cromatismo del sole era cambiato in funzione del fattore d’accelerazione del fenomeno. Alcuni ricercatori francesi in passato, fra cui Aimè Michel, hanno spiegato il fenomeno come un fascio di gas in movimento, generati dall’energia scaturita dall’oggetto (o fonte ignota) ben reale sulla Cova da Iria ed i suoi credenti. Un’altra spiegazione, molto affascinante, è quella della possibilità che delle microonde abbiano potuto servire da veicolo di comunicazione tra l’entità e i pastorelli. Infatti alcuni testimoni molto vicino al luogo delle “apparizioni” poterono sentire dei “ronzii d’api”, effetto che è stato spesso registrato nei casi di incontri ravvicinati, e che sono state anche rilevate nei campioni prelevati dal biofisico americano W. Levengood nei terreni situati all’interno dei “crop circles”.

Le microonde e il locus coeruleus

Le proprietà delle microonde, studiate da molti scienziati (primo fra tutti il fisico nucleare James Mc Campbell), corrispondono perfettamente alle manifestazioni avvenute a Fatima, di caldo, asciugamento degli abiti e guarigioni fisiologiche. È da notare che il classico “ronzio d’api” era sentito dai testimoni ogni volta che i veggenti ricevevano un messaggio dalla “Signora”, la quale, come, detto prima, non muoveva le labbra. Sembra dunque ovvio che a Fatima sia stata senz’altro utilizzata una gamma di microonde. I lavori di Mc Campbell, seguiti e completati da nuove ricerche in laboratori (come quelli condotti dall’Istituto canadese per l’Ingegneria Elettrica ed Elettronica e dai laboratori di Tolosa del Dipartimento di Studio e Investigazione di Microonde - DERMO, collegato al CNES -), avvalorerebbero l’ipotesi sul “ronzio” di Fatima. Le ricerche sulle microonde devono permettere di verificare a livello sperimentale gli aspetti secondari, fisici o d’altro tipo, causati dalla presenza di un fenomeno UFO, e anche di verificare l’influenza della sua energia sugli esseri umani e sugli animali. Il fenomeno uditivo delle microonde ci aiuterà a capire il “sistema di comunicazioni”, così come si svolge durante gli incontri ravvicinati nel corso dei quali, come a Fatima, vengono trasmessi dei messaggi laici o religiosi. Gli esperimenti prima accennati consistono essenzialmente in brevi impulsi di microonde trasmessi ai cervelli d’esseri umani. I soggetti percepivano vari suoni. La testa del soggetto era il bersaglio diretto di un’antenna conica, installata in una stanza appositamente preparata. Il soggetto sentiva dei “ronzii” o dei “piccoli scoppi” quando la gamma delle microonde era compresa tra 200 e 3000 MHz con un potenziale compreso tra 0,4 e 2mw/cm2 , con un massimo di 300mw/cm2. Se le frequenze modulate andavano da 200 a 400 Hz, i suoni venivano percepiti, come se partissero dall’interno del cranio del soggetto. È questa è una constatazione abbastanza curiosa, perché a Fatima la quarta testimone sentì le “parole dell’angelo” all’interno del suo cervello. Ma i pastorelli, non furono gli unici a sentire i ronzii. Molti resoconti di persone che si trovavano vicino ai bambini al momento del contatto con la Signora contengono il particolare del “ronzio d’api” che si poteva sentire perfettamente quando la Signora, senza muovere le labbra, si rivolgeva a Lucia. Particolare che non è stato mai appurato, in quanto i due studiosi non hanno avuto il consenso dalle autorità religiose ad interrogare l’ultima testimone ancora in vita. È comunque chiaro che il fenomeno del “ronzio” interessava una zona ben delimitata intorno ai tre bambini, e che esso proveniva senza dubbio da una sorgente esterna: è da ritenersi senz’altro parte integrante del sistema di comunicazione tra la Signora ed i bambini. Tutto porta dunque a credere che alla base del meccanismo di comunicazione vi siano le microonde. Sarebbe opportuno inoltre, secondo Fernandes, dedicarsi oltre che allo studio del comportamento fisiologico degli esseri umani e degli animali in relazione ai fenomeni UFO, anche all’analisi semantica del discorso dei “contattati”, religiosi e non, di cui l’esempio più significativo sono, i famigerati messaggi e segreti di Fatima, con la loro interpretazione mistica. In tale contesto occorre ricordare lo studio del dott. Claude Rifat sulle probabili alterazioni dei messaggi e/o contenuti stessi inerenti apparizioni UFO o mariane. Il ricercatore francese, in un’edizione passata della rivista transalpina “UFO phènomène”, evidenzia la funzione in tali casi del cosiddetto locus coeruleus, rilevante centro nervoso, preposto tra l’altro all’attività onirica, presente nel cervello dei mammiferi. Secondo lo studioso, sarebbe possibile che le radiazioni o le fonti energetiche legate agli UFO interagiscano con le funzioni cerebrali grazie alla propagazione di microonde. Pertanto, l’alterazione o l’adattamento dei messaggi prodotte dal subconscio del testimone (in base al proprio livello culturale, credo religioso ecc.) sarebbero il semplice effetto di un’interferenza esterna con tale area cerebrale. A questo punto, però, dopo aver effettuato un'escursus sugli eventi di Fatima e sui vari risultati delle inchieste condotte in tutti questi anni, ci sembra doveroso, grazie anche al contributo personale fornitoci dal dott. Fernandes, riportare anche se sinteticamente quanto è noto sulla quarta testimone.

La quarta veggente e il piccolo telepatico

Nel libro “Messaggio di Fatima”, il cui autore è Padre Don Luciano Guerra, già parroco del santuario di Fatima, possiamo leggere: “1917: apparizione di un angelo a una certa Carolina di 12 anni e ad una piccola di Espite”.
Ora, Lucia non ha mai fatto riferimento al dialogo con l’Uraniana, una delle prime definizioni con cui la veggente indicò la “signora” - termine che deriva da Uranos (divinità greca che personificava il cielo) - in quanto essa stessa le aveva affermato di venire dal cielo. Nel 1947 il futuro vescovo di Viseu, Don José Pedro da Silva, forse trovando strano questo silenzio, chiese direttamente alla veggente: “La zia Maria da Capelinha (della Cappellina) così chiamata, afferma nella sua deposizione ufficiale, che sua figlia Carolina aveva visto un angelo passeggiare nella Cova da Iria e che chiese loro di dire tre Ave Maria, dopo, aveva chiesto alla sorella che chiedesse alla Madonna cos’era “quello” e che la sorella, nelle piccole Valli, aveva chiesto alla Madonna ottenendo la risposta che era un angelo...che c’è di vero in questo?” Lucia rispose: “Non lo so, non mi ricordo niente”. È strana questa risposta - afferma Fernandes - della veggente: non si ricorda niente? Eppure si ricorda di discorsi lunghi e segreti interminabili, con termini che all’epoca non conosceva? O quel particolare su ciò che il vescovo suggerì descrivendolo con il termine “quello” è stato eliminato dal cervello di Lucia?”. La deposizione ufficiale alla quale si riferisce D.José Pedro da Silva si trova nel documento conosciuto con il nome “Interrogatorios oficiales” del 1923. Fu redatto dal Visconte de Montelo e comprende la seguente frase, nel testo integrale: “Nelle piccole Valli, Lucia chiese alla Madonna, su richiesta del testimone (zia Maria) se la Madonna era apparsa a qualcun’altro nella Cova da Iria e la Madonna rispose che non era lei bensì un angelo, il volto che Carolina, la più giovane delle figlie della testimone, di 12 anni, e che la piccola di 7 anni di Espite, avevano visto il 28 luglio, vicino all’olivo. L’angelo era basso, molto bello, con i capelli biondi, volto che Carolina vide, dopo, sopra l’olivo”. “In realtà - spiega Fernandes - la documentazione ufficiale di Fatima c’indirizza alla visita di altri esseri alla Cova di Iria, oltre alla Madonna, e ci parla di più veggenti oltre ai tre già conosciuti. Per questo consideriamo Carolina la quarta veggente di Fatima la quale ha vissuto tutti questi anni nel più completo oblio e anonimato. Ci ha dichiarato che nessuno, nemmeno qualche sacerdote, l’ha interrogata prima di noi. Ne ha parlato solo in casa a sua madre e ai fratelli. E se il Canonico Formigâo non avesse invitato sua madre a deporre, la sua testimonianza sarebbe andata completamente persa. L’anonimato, intanto, le ha portato dei vantaggi: se avessero prestato attenzione al suo racconto, sarebbe stata infastidita dalla venerazione dei credenti ed è anche possibile che l’avrebbero mandata in convento come successe con Lucia. Invece, Carolina si è sposata e, pur non avendo avuto figli, ha avuto molte sorelle e nipoti. La sua esistenza è stata normale, senza bisogno di sacrifici esagerati per aiutare i peccatori, com’è accaduto agli altri veggenti. Per parlare con lei, non è stato necessario chiedere l’autorizzazione del vescovo della diocesi. Naturalmente abbiamo registrato tutta la sua deposizione, effettuata il giorno 22 luglio 1978, la mattina di un sabato pieno di sole. Viene qui pubblicato nella versione integrale, eccetto le ripetizioni inutili”. “Io abitavo lontano - dichiarò Carolina - stavo andando a controllare un gregge al posto del padrone. Il padrone del gregge chiese a mia madre il permesso di lasciarmi andare a casa sua finché avesse trovato un guardiano per le pecore. Mia madre mi lasciò andare. Quell’uomo aveva una cameriera che veniva dalle parti di Coimbra. Una ragazzetta che andò là per farsi insegnare da me le pulizie. Un giorno ci sedemmo a controllare il gregge, che era molto tranquillo dato il caldo. Passò un carro con delle bestie che andava a nord. Era il giorno di una fiera su a nord, da Santa Caterina in su. Dato che il gregge era calmo, dissi alla ragazza: “Conceicâo, andiamo su fino alla strada (le pecore erano in una valletta) per vedere se il carro va oltre la Cova da Iria”. Andammo là, l’osservammo e il carro andò verso nord. Dopo dissi: “Conceicâo, torniamo indietro adesso perché il gregge può combinare qualche guaio e il padrone è molto irascìbile”. Mentre passavamo, abbiamo guardato l’olivo che stava lì, che era circondato da un muretto che mia madre aveva costruito per proteggerlo dal vento e abbiamo visto una “bambina” di circa 8, 10 o forse12 anni che entrava nel piccolo recinto di pietre e camminava avanti e indietro: aveva un vestito bianco, i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Io sentivo dentro di me una voce che mi ripeteva continuamente: “Vai lì e dì tre Ave Maria.” Così dissi all’altra ragazza: “Tu non senti niente? Non senti una voce dentro di te?” “No, non sento nulla”. Poi siamo tornate dal gregge e abbiamo visto che non si era spostato e che era ancora tranquillo, così io ho detto a Conceicâo: “Torniamo a vedere se la gente vede la stessa cosa”. Ma quando siamo tornate nello stesso punto dove avevamo visto la “bambina” vedemmo un’immagine sopra l’olivo. Non so se era la stessa cosa che avevamo visto prima ma quando lo hanno chiesto a Lucia e lei lo ha chiesto alla Madonna che rispose di non era stata Lei ad apparirmi ma un angelo. Anche l’immagine continuava a ripetermi di dire tre Ave Maria là sotto quell’albero ma non mi ricordo se l’ho fatto...ero preoccupata per il gregge e così io e l’altra ragazza siamo tornate dalle pecore”. L’apparizione avvenne verso le 9.00 le 10.00 del mattino.

L’Operazione Fatima

“Sono stati necessari - afferma Fernandes - 61 anni per trovare e confermare l’esistenza di un testimone vivo, disponibile, per la dimostrazione della nostra tesi: la presenza a Fatima d’esseri antropomorfi, modernamente associati agli UFO, come loro operatori o intermediari. Questa testimone ignorata, forse di proposito, si è dimostrata fonte d’indizi che ci ha aiutato a ricostruire il vero scenario del fenomeno, isolandolo dalla sfera religiosa nella quale fu costretto. Da ciò deriva che, per la sua natura, l’esperienza di Carolina e della giovane d’Espite dovesse rimanere nel quasi completo anonimato di una semplice deposizione, lontano da tutto e da tutti, neutralizzata dalla sua “incongruenza”. Alla fine, siamo riusciti a passare da questa discreta pista alla testimonianza orale della quarta veggente che confermava tutto l’insieme universale delle osservazioni di questo tipo di esseri, poco alti. E soprattutto, perché ci dà la conferma anticipata dei costanti scritti nell’Operazione Fatima: della manipolazione mentale, sperimentata dalla principale testimone del 28 luglio 1917. Questa manipolazione o ordine mentale, è un elemento attuale in molte delle osservazioni catalogate negli incontri ravvicinati del 3° tipo.
Il bambino che Carolina e l’amica videro passeggiare vicino all’ulivo, luogo delle apparizioni della Madonna nel tredicesimo giorno del mese, non è tanto insolita negli annali dell’ufologia, come lo è stato, all’epoca, per i sacerdoti incaricati di registrare l’importante deposizione. Un essere alto come un bambino, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle, vestito di bianco, dell’apparente età di circa 10 anni. Un bambino la cui proprietà fondamentale sembra essere quella d’impartire ordini mentali alla testimone. “Va là e recita tre Ave Marie”, una frase insistente, che cercava di condurre Carolina vicino all’olivo: qual’era il fine? “Una voce dentro di me”, tale era la sensazione assurda, ripetutamente sentita e sottolineata dalla Carreira. Tale sensazione non è inconsueta, ma si tratta, di una vera e propria manipolazione mentale, così com’è intesa nel discorso sugli incontri e i contatti con entità associate agli UFO. Da ciò, l’importanza della diversità dell’esperienza descritta e andata quasi persa”. Tra l’altro proprio in merito a quanto appena detto è alquanto illuminante la citazione che Fernandes fa al fine di corroborare l’ipotesi aliena, di alcuni casi citati dall’inquirente brasiliano Prof. Jader U. “Pereira nel suo studio ufologico comparativo ed analitico sulla morfologia ed il comportamento degli esseri alieni registrati negli incontri ravvicinati del 3° tipo. Pereira – scrive Fernandes - ha riassunto, a proposito dei comportamenti delle entità extraterrestri, sei casi di telepatia e sette di manipolazioni mentali su testimoni umani.
Quest’ultime si sono verificate spesso nel corso degli anni. Dal Teerâo, nell’Irâo, il 13 ottobre del 1954, passando per Indian Head, negli USA, il 19 settembre del 1961, fino a S.Lorenzo, in Argentina, il 30 luglio del 1968. Altri casi di “condizionamento mentale” vengono ancora tenuti in considerazione da questo investigatore, anche se tramite altri mezzi. Ma, oltre a ciò, neppure la descrizione come “angelo” viene usato esclusivamente nel contesto religioso di Fatima. È curioso che, in un altro caso tipico di comunicazione mentale avvenuto in Garganta la Olla, presso Cáceres (Spagna) nel 1934, un’anziana donna adoperò un’identica espressione per definire un piccolo essere vestito di un abito luminoso che aveva incontrato. Questa donna stava lavorando nei campi quando, vedendo quest’essere avvicinarsi ad un precipizio lì vicino, ebbe la sensazione di una voce nella sua mente che le diceva di andare a casa, perché era nata sua nipote. Incamminandosi verso l’essere, lo vide correre e scomparire. Arrivata a casa, l’anziana signora ebbe la conferma di aver capito correttamente. Battezzarono così la neonata col nome di Angela, perché pensarono che la notizia della sua nascita gli fosse stata portata da un messaggero di Dio. La sua azione, come vedremo “conduce la testimone che subisce l’ordine mentale, a compiere movimenti e azioni anche contrarie alla sua volontà. E che cos’é la “voce interiore” di Carolina se non la traslazione di questa manipolazione extra-sensoriale? L’ordine impartito dal “bambino biondo” di Fatima era estraneo alla volontà della testimone. Quali erano le vere intenzioni del piccolo essere?”.

I “bambini biondi” di Magonia

Prima del 1917 e dopo, come giustamente gli autori evidenziano, i piccoli esseri dotati di poteri sovrannaturali sono frequenti nella memoria dei popoli che, costantemente, li registrano nella mitologia popolare, dove il razionale si trasforma e diventa un messaggio simbolico, cifrato. Diventa, quindi, difficile fare un accostamento tra i piccoli esseri che convergono dai racconti dell’ufologia, dai particolari più o meno tecnologici, e le creature che fanno parte di ciò che Jacques Vallée chiama “Magonia”, un universo tanto inattendibile quanto tutti gli universi possibili, responsabili degli UFO dei nostri giorni. Almeno, per adesso, ritornando a Vallée, vediamo che questi divide i suoi nani in due categorie: le creature negroidi identiche agli gnomi medioevali e le creature che corrispondono alle descrizioni degli elfi del Medio Evo i delle “storie di fate” presenti nel folcklore di tutte le latitudini. Per i due studiosi portoghesi questo stereotipo, biondo e telepatico, ricorda anche un’altra figura mitologica dell’Età Media: Oberon, era una creatura simile, cantata da Alfred de Vigny. “Era bello come il sole d’estate, telepatico (in quanto era in grado di leggere nel pensiero) si spostava istantaneamente e non invecchiava mai. Anche “Lutino”, un piccolo essere, viene descritto nelle leggende come un essere dagli “abbondanti capelli biondi”.
La stessa archeologia fornisce ulteriori prove della sua esistenza nelle rovine dell’America latina e, propriamente, di Cuzco, in Perù (uno dei luoghi prediletti dagli UFO). Nella stessa zona, il 20 agosto 1965, vengono avvistati dei nani, mentre escono da un oggetto a forma di disco. A sua volta, il governatore di Santa Barbara - sempre in Perù - ha dichiarato solennemente di aver visto due piccoli esseri, mentre camminavano sulla neve, nel settembre del 1965. Scomparvero nel mezzo di un rumore assordante. “Lo stereotipo del “bambino” biondo – affermano gli autori - che sia gnomo del folcklore, occupante del primo tipo, umanoide del terzo tipo o sottotipo del secondo tipo, si protrae nel tempo, senza età. Fatima non è sconosciuta neppure là e non abbiamo bisogno di uscire dal nostro rettangolo continentale. Basta sentire quello che dice la gente del paesino di Malcata, in provincia di Sabugal. Lì, invece di “bambini biondi” sono i moretti incantati che giocano sulla riva del fiume Côa. Piccole creature che, secondo le espressioni locali, erano “meravilgiosi” e la loro presenza era interpretata come preannuncio di ricchezza nel sottosuolo. In questa breve rassegna di apparizioni, di esseri forse più immaginari che reali, rimane costante la somiglianza tra Oberon, il “moretto” di Malcata e il “bambino biondo” di Fatima. Esseri forse di altra natura, ma ben concreti nella loro diversità. “Non umani” per gli umani? Non lo sappiamo. Ma molto più vicini a noi di quello che potremmo supporre. Quindi, il “bambino” di Carolina non può che rappresentare una prova dell’esistenza dei non identificati e della loro presenza a Fatima”.

Classificazione degli “esseri celesti” osservati a Fatima

Pure la morfologia degli alieni, per quanto riguarda l’altezza, è fonte di studi statistici. Sarà interessante prendere in esame alcuni dati riferiti dall’investigatore spagnolo Vincent-juan Ballester Olmos, che Henry Durrant inserisce nella sua opera già citata. Su 15 casi con riferimenti all’altezza degli umanoidi osservati nella penisola iberica, Ballester Omos riferisce che 10 di essi (cioé i 2/3) erano di altezza decisamente inferiore a quella normale, anche meno di 1 metro e mezzo. Il fisico nucleare James McCampbell, autore di uno dei migliori riassunti scientifici sugli UFO, analizzò i dati sull’altezza degli esseri avvistati in 217 casi del catalogo “Magonia” di Vallée, verificando che, in 119 casi, gli esseri osservati venivano definiti, quantitativamente e qualitativamente, come nani. Anzi, la maggior parte di tali entità di bassa statura rientravano in un gruppo compreso tra i 70 centimetri e il metro e 30, ben al di sotto dei limiti della normalità per gli esseri umani.
Ricorrendo nuovamente alla classificazione di Pereira, ai tre tipi principali e alle rispettive varianti selezionate, si può notare come l’integrazione tra di essi degli “esseri celesti” avvistati nella Cova da Iria sia sicuramente ammissibile, in modo da risultare che, a giudizio dei due studiosi, il tipo 3 sottotipo 2, possa identificarsi meglio nel caso dell’angelo della 4˚ veggente, mentre il tipo 2, sottotipo 3, potrà adattarsi meglio all’angelo di Lucia. Alla luce di quanto finora esposto è più che lecito asserire che gli eventi registrati a Fatima in quel lontano 1917 di “miracoloso” e religioso hanno ben poco in quanto presentano evidenti e a dir poco sconcertanti similitudini con la fenomenologia UFO. Ma degli interrogativi sorgono lo stesso: perché il regista di quei “prodigiosi” fenomeni celesti oltre ad assumere sembianze “divine” avrebbe poi promosso tutta una serie di messaggi, esortazioni alla preghiere o dal contesto tipicamente religioso nonché reiterati moniti apocalittici al genere umano? Non ultimo il famigerato “Terzo Segreto”? Inoltre, apparire alla massa di fedeli sotto l’aspetto di manifestazione “divina” adattandosi pertanto al credo religioso (cattolico nel caso in questione) quali finalità cela? Tali manifestazioni hanno un’intenzione benevola tesa al rinsaldamento della fede religiosa o comunque alla trasmissione d’insegnamenti edificanti e di moniti contro tendenze autodistruttive consustanziali alla natura umana? Oppure celerebbe ben più oscure e subdole manipolazioni delle coscienze tese ad una sorta di “asservimento subliminale” psichico dell’essere umano? Diversi sono gli interrogativi a cui occorrerebbe dare una risposta (su cui in futuro mi riservo di occuparmene) ma che di certo aprono in maniera inquietante l’intera vicenda di uno dei più importanti eventi della religione Cattolica ritenuto interamente svelato!

martedì 18 novembre 2008

APPROFONDIAMO IL CASO: PIO XII

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Come emerge dall’inchiesta condotta da Fernandes e la d’Armada, e non solo, il cosiddetto “miracolo del sole” celerebbe in realtà l’attività erratica di un vero è proprio UFO percepito erroneamente dagli astanti con un prodigio celeste di natura “Divina”. Qualcuno potrebbe ritenere una mera speculazione una simile ipotesi che non sarebbe suffragata da resoconti storici dell’epoca. In realtà esistono diverse testimonianze, tra l’altro raccolte da studiosi non appartenenti alla comunità ufologica, di chi quel giorno assistette realmente all’incredibile “prodigio” e il cui resoconto confermerebbe in effetti una regia extraterreste. Pertanto alla luce di quanto riportato nell’articolo “Intervento Extraterrestre a Fatima” le testimonianze di seguito riportate assumono tutt’altra luce e significato scaturite esclusivamente trent’anni dopo con la nascita e sviluppo della ricerca Ufologica. La prima e per certi versi la più autorevole è quella fornita dal dott. José Maria de Almeida Garrett, professore alla Facoltà di Scienze di Coimbra, Portogallo (Il resoconto completo del Prof. Almeida Garrett si trova in “Novos Documentos de Fatima” Loyala Edizioni, San Paulo, 1984):“Saranno state circa le tredici e trenta pomeridiane quando, nel punto esatto dove si trovavano i fanciulli si alzò una colonna di fumo, sottile, bella e azzurrina, che si estendeva per almeno due metri sopra le loro teste, e a quella altezza evaporava. Questo fenomeno, perfettamente visibile a occhio nudo, durò pochi secondi. Non avendo preso nota della sua durata, non so dire se era più o meno di un minuto. Il fumo si dissolse improvvisamente, e dopo un po’ si riformò una seconda volta, e poi una terza. Il cielo, che era stato nuvoloso tutto il giorno, improvvisamente si schiarì: la pioggia cessò e sembrò che il sole stesse per riempire di luce la campagna circostante, che in quella mattinata invernale appariva così malinconica. Io stavo guardando il luogo delle apparizioni in una serena, anche se fredda, aspettativa di qualcosa che doveva accadere, e la mia curiosità diminuiva per il lungo tempo che era passato senza che nulla attirasse la mia attenzione. Il sole, pochi istanti prima, si era fatto largo tra la spessa coltre di nuvole che lo nascondevano e ora risplendeva chiaro e intenso. Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi ... voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall’altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c’era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. [Durante questo tempo] il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso [ma] non come lo scintillìo di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte. Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell'atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all’orizzonte. Vidi ogni cosa assumere il colore dell’ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l’atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all’improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente. Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d’animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 ottobre [1917] ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari”.

Gonzaga da Fonseca e “Le meraviglie di Fatima”

Un’ulteriore conferma a quanto dichiarato dal prof. Garret è riscontrabile nelle seguente descrizione del “fenomeno solare” contenuta nell’opera “Le meraviglie di Fatima - Apparizioni, culto, miracoli” scritta dal professore Luigi Gonzaga da Fonseca, uno dei più documentati storici degli eventi occorsi a Fatima nel 1917: “La pioggia cessa immediatamente, le nubi si squarciano e appare il disco solare, come una luna d'argento, poi gira vorticosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco, proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola... che colorano fantasticamente le nubi del cielo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla immensa. Si ferma, poi, alcuni momenti, poi ricomincia di nuovo la sua danza di luce... Si arresta ancora per incominciare una terza volta più svariato, più colorito, più brillante quel fuoco di artificio. La moltitudine estatica, senza fiatare, contempla. Ad un tratto tutti hanno la sensazione che il sole si stacchi dal firmamento e si precipiti su di loro! Un grido unico, immenso erompe da ogni petto; esso traduce il terrore di tutti, e nelle varie esclamazioni esprime i diversi sentimenti: Miracolo! Miracolo! Credo in Dio! Ave Maria! Mio Dio, misericordia!... I più, cadendo ginocchioni nel fango, recitano ad alta voce l'atto di contrizione. E questo spettacolo, chiaramente distinto in tre tempi, dura ben 10 minuti ed è veduto da più di 50mila persone; credenti e miscredenti, semplici contadini e cittadini colti, uomini di scienza e corrispondenti di giornali, i quali tutti senza preparazione di sorta, senza altra suggestione che la voce di una fanciulla che grida: Guardate il sole!, vedono gli stessi fenomeni, con le stesse fasi, nello stesso tempo, nel giorno e nell'ora da mesi promessi e preannunziati”.
Sempre dall’opera di Da Fonseca si apprende come il fenomeno fu anche visto da lontano, esemplare la testimonianza descritta dal religioso padre Ignazio Lorenzo Pereira: “Avevo allora appena nove anni e frequentavo la Scuola elementare del mio paese, che dista da Fatima 18 o 19 chilometri. Si era verso mezzogiorno, quando fummo sorpresi dalle grida ed esclamazioni di uomini e donne che passavano per la strada, davanti alla Scuola. La maestra fu la prima a correre sulla strada, senza poter impedire che noi ragazzi le corressimo dietro. Nella strada il popolo piangeva e gridava, indicando il sole: era il miracolo, il grande miracolo che si vedeva distintamente dall’alto del monte, ove è posto il mio paese. Mi sento incapace di descriverlo come anch’io lo vidi e sentii allora […].Fisso il sole e mi sembra pallido, senza il solito abbagliante fulgore. Pare un globo abbagliante di neve, roteante sopra se stesso, poi, ad un tratto, piomba giù a zig-zag, minacciando di cadere. Accanto a me un incredulo di professione è stupefatto. Alza le mani al cielo e, senza badare al fango della strada, si lascia cadere in ginocchio gridando: " Nostra Signora! Nostra Signora! ". Nel frattempo la gente continua a piangere i propri peccati. Da tutte le parti, ci avviarne verso le due cappelle del villaggio, che, in pochi istanti, si riempiono. Ci guardiamo, e a vicenda ci vediamo azzurro l'uno, giallo l'altro, rosso un terzo. Dopo dieci minuti il sole torna al suo posto, allo stesso modo come era disceso, pallido e quasi senza splendore… Quando la gente si persuase che il pericolo era scampato, fu un’esplosione di gioia. Tutti proruppero in un coro di ringraziamento: ‘Miracolo, miracolo! Sia benedetta la Madonna!’ ". Il prodigio, stando a quanto scrive il professore portoghese, era durato dieci minuti. Terminato il fenomeno solare, avvenne un fatto naturalmente inspiegabile: tutta quella gente, inzuppata d’acqua com’era, si ritrovò completamente asciutta. A riguardo di quest’ultimo evento nel volume viene riporta la testimonianza di una donna del posto, Maria Alves: “Ma il bello è che fu proprio subito; e ci guardammo l’una con l’altra a veder come eravamo asciutte, e dicevamo: ma questo è un miracolo! Io avevo uno scialle verde. Mi bagnai tanto che la biancheria di sotto si era fatta tutta verde, grondante d’acqua… Ma poi, non so come è stato… ma subito mi trovai asciutta, proprio asciutta!”. Ieri come oggi (anche se raramente) gli scettici di turno a parte l’eventualità di un’allucinazione collettiva tirano in ballo fenomeni naturali celesti quali ipotesi esplicative. Ora in merito alla prima ipotesi occorrerebbe spiegare come decine di testimoni avrebbero asciugato i propri indumenti (fatto storico documentato da più fonti) con un’allucinazione mentale. In merito alla seconda occorre semplicemente evidenziare, come ha doverosamente circostanziato il Da Fonseca nel suo testo, che nessun osservatorio astronomico registrò quel giorno ed in particolare a quella data fenomeni celesti di qualsiasi tipo. Del resto già a suo tempo il quotidiano portoghese “O Seculo”, occupatosi della vicenda al fine di ridicolizzare gli eventi verificatisi presso la Cova da Ira, intervistò il direttore dell’Osservatorio Astronomico di Lisbona il quale dichiarò che: “nessuna perturbazione cosmica era stata segnalata”. Riassumendo quindi quanto finora esposto, grazie alle testimonianze oculari dell’epoca, emerge che il cosiddetto “fenomeno solare” consisteva nell’apparizione di un disco argenteo dai contorni netti osservabile ad occhi nudi e dalla rotazione vertiginosa di questi su se stesso. Inoltre, va aggiunto il cambiamento di colore del disco con emissioni di luci multicolori; movimento verso terra a zig-zag e improvviso arresto, ondeggiamento, con ripresa di quota ed infine un eccezionale effetto termico che provoca il rapido asciugamento degli indumenti fradici degli astanti a causa del pioggia incessante. Tali caratteristiche in realtà sono ascrivibili al peculiare comportamento osservato negli anni successivi con gli avvistamenti degli UFO.

La connessione ufologica

A conferma di quanto appena asserito è doveroso pur sommariamente presentare alcuni casi, in realtà c’è ne sarebbero migliaia che meriterebbero un’opportuna trattazione a parte, riportati in alcuni libri degli anni cinquanta scritti da attenti studiosi del fenomeno UFO. I primi tre casi sono stati riportati dall’ufologo francese Aimé Michel nel volume “L’Enigma dei dischi volanti”:
“Il 20 maggio1950 l’astronomo Hall, dell’Osservatorio Lowell nel Massachussets, ebbe modo di osservare distintamente un disco argenteo brillante al sole, muovendosi nel cielo a velocità moderata”. Sempre negli Stati Uniti, riporta il testo, il 22 maggio 1950 l’astronomo Hess, dell’Osservatorio Flagstaff nell’Arizona, notò un disco brillante che passava, a moderata velocità, fra le nubi e il sole…”Era un disco di apparenza metallica…colpito dai raggi del sole, splendeva come uno specchio”. “Il 19 settembre 1952 le forze navali della NATO, stavano compiendo nel Mare del Nord una grande esercitazione, denominata “Grande Vergue”…Ad un’ora che non si è voluto precisare, un disco argenteo di apparenza metallica apparve nel cielo e sorvolò rapidamente la flotta alleata…Lo stesso giorno, verso le 11 del mattino, un caccia britannico Meteor che aveva partecipato all’esercitazione, stava per rientrare alla propria base situata presso Topcliffe, nello Yorkshire. Il Meteor sorvolava il terreno da est a ovest, racconta il tenente John Kilburn, quando, all’improvviso, scorsi nel cielo un oggetto bianco argenteo di forma circolare che sembrava seguire il Meteor ad una distanza di tre chilometri circa….Mentre seguivamo con o sguardo l’oggetto, lo vedemmo perdere di velocità, poi cominciare a scendere. Nel perdere quota oscillò come una foglia morta…si arrestò dopo alcuni secondi. Sembrò appeso in cielo e girare su stesso come una trottola, poi, d’un tratto, accelerò e scomparve…”. Ma le similitudini non finiscono qui, di seguito sono menzionati altri tre casi emblematici riportati dall’ufologo francese Aimé Michel nel volume del 1958 “Mystérieux Objects Celestes”: “Il 3 ottobre 1954 a Montbéliard (Francia), un po’ dopo le 21, molte persone scorgono nel cielo un oggetto luminoso circolare di colore rosso. Dapprima immobile, l’oggetto si mise rapidamente a ruotare passando dal rosso al verde e viceversa…L’oggetto restò visibile per parecchi minuti, ora immobile, ora ruotando, ora spostandosi a zig-zag in tutti i sensi. All’improvviso accelerò brutalmente in direzione nord-est e scomparve”. “Il 14 ottobre 1954, scrive Michel, verso le 12:30 un ordigno apparve nel cielo di Fontane de Vacluse, in Provenza. Rimase immobile un’ora e mezza, facendo svariati giochi di luce e curiose evoluzioni intorno al proprio asse, alla presenza di centinaia di testimoni. All’arrivo di alcuni aerei da caccia della base aerea vicina, cui era stato dato l’allarme, l’oggetto accelerò e sparì in pochi secondi “. Ultimo caso, ma decisamente il più rilevante per le sorprendenti analogie col fenomeno del “sole” di Fatima è quello avvenuto in Francia il 20 ottobre del 1954 nella foresta di Lusigny, presso Troyes. Stando a quanto scrive lo studioso france si apprende che: “Un commerciante di legnami, certo Roger Réveillé, camminava nel bosco sotto una pioggia scrosciante. Ad un tratto la sua attenzione fu attirata da un forte rumore, simile a quello di un volo di piccioni. Alzando gli occhi, scorse all’altezza delle cime degli alberi un ordigno di forma ovale di circa 6 metri di diametro. Contemporaneamente avvertì un calore che diveniva di più in più torrido, mentre l’oggetto spariva in verticale in pochi secondi. Nel bosco il calore era divenuto insopportabile e provocava una fitta nebbia. Il fenomeno cessò dopo quasi un quarto d’ora. E fu allora che il Réveillé poté constatare con somma sorpresa che, nonostante la pioggia, la terra e gli alberi erano così asciutti come sotto un sole cocente”. In merito al prodigio solare occorre evidenziare come anche in seguito agli eventi di Fatima nel corso degli anni tale fenomenologia si sia ripetuta anche se con minore portata. Basti pensare che solo quattro anni dopo esattamente il 13 maggio del 1921 durante un pellegrinaggio al Santuario di Fatima si ripeté un fenomeno solare, meno spettacolare, come nel 1917 e che fu osservato due ore prima del tramonto. L’evento venne anche immortalato con quattro fotografie alcune delle quali riprodotte dal Visconte di Montelo nel suo “As gran des Maravilhas de Fatima” e successivamente dall’Osservatore Romano il 18 novembre 1958. Il quotidiano della Santa Sede oltre ad avallare l’autenticità della loro origine le fece erroneamente risalire al 13 ottobre 1917. L’errore stando a quanto riportato dal Da Fonseca ebbe origine dal volume del Can. M. Nunes Formigâo – Visconte di Montelo che le riprodusse senza precisare l’effettiva data di riferimento. “Io – scrisse il Visconte di Montelo – avevo assistito al fenomeno solare del giorno 13 ottobre 1917; e quando vidi le fotografie capii subito che riproducevano un fenomeno simile a quello cui io avevo assistito, sebbene non presentassero tutti i suoi aspetti…Se per avventura il 13 ottobre 1917 a Fatima si fosse scattata una foto del fenomeno, potrebbe essere esattamente uguale a qualcuna di quelle pubblicate, senza la minima differenza”.

PIO XII e la “Danza del Sole”

Il fenomeno della “danza del sole”, in realtà, si sarebbe verificato in più occasioni in Italia ed in una vide protagonista addirittura Papa Pio XII. Nel 1954, nella raccolta Attualità di Fatima comparve un rapporto (in parte riportato nel testo “Il Terzo Segreto di Fatima” di Daniel Réju edito dalla MEB) intitolato “Il Papa dell’Assunzione e Fatima”, firmato dal cardinale Federico Tedeschini: “Erano i giorni - si legge nel documento - della definizione dell’assunzione della Santissima Vergine Maria. Durante uno di questi, incontratomi con Sua Santità in una riunione ufficiale, il Santo Padre, visibilmente emozionato, si degnò di confidarmi ciò che segue: Ieri, ho visto un prodigio che mi ha profondamente impressionato. E mi narrò come avesse visto il sole sotto la stessa forma, con quegli stessi prodigi, in quella stessa apocalittica convulsione, che noi sappiamo essersi prodotta davanti a settantamila persone a Fatima! Chi potrebbe descrivere come si presentò il sole, se non ripetendo le auguste parole? Rimasi scosso dallo stupore, ammutolito, interdetto! Era la prima volta che, per così dire, avevo la sensazione di vedere e sentire parlare un resuscitato: l’Evangelista ispirato di Patmos! E il Sommo Pontefice mi raccontava tutto questo emozionato e scosso come mai l’avevo visto… Ora, in che giorno e sotto che forma si produsse questo fenomeno, del tutto prodigioso, davanti agli occhi del Papa? Era il 30 Ottobre 1950 - mi narrò - l’antivigilia del giorno che l’intero mondo cattolico attendeva con impazienza, quello della solenne definizione dell’Assunzione in Cielo della Santissima Vergine Maria. Verso le quattro del pomeriggio, stavo facendo la mia abituale passeggiata nei giardini del Vaticano, leggendo e studiando, come mio solito, alcune carte d'ufficio. Dalla spianata della Madonna di Lourdes, salii verso la sommità della collina, passando per il viale di destra, che costeggia il muro di cinta. Ad un certo punto, come alzai gli occhi dai fogli che avevo in mano, fui colpito da un fenomeno che appariva come un globo opaco, giallo pallido, completamente attorniato da un cerchio luminoso, che tuttavia non impediva affatto di fissare l’astro con attenzione, senza provocare il minimo fastidio. Una nuvoletta, leggerissima, vi si trovava davanti come un diaframma. Il globo opaco si muoveva verso l’esterno, leggermente, ruotando e contemporaneamente spostandosi da destra verso sinistra e viceversa. Ma, all’interno del globo, v’erano, chiarissimi ed ininterrotti, dei moti molto forti. Lo stesso fenomeno si ripeté il giorno dopo, 31 ottobre e il 1° novembre, giorno della definizione; poi l’otto novembre, ottava di questa solennità. Poi, più nulla. Molte volte ho cercato, in altri giorni, alla stessa ora e con simili condizioni atmosferiche, di osservare il sole per vedere se il fenomeno si sarebbe riprodotto, ma invano. Non ho più potuto fissare il sole, nemmeno per un istante, perché la vista immediatamente era abbagliata. Questa è, in parole semplici e concise, la pura verità”.
La “Danza del Sole” a cui assistette Pio XII nei giardini del Vaticano presenta in modo inequivocabile le stesse caratteristiche riscontrate a Fatima nel 1917. Inoltre, così come all’epoca nessun osservatorio astronomico registrò un simile fenomeno solare per di più in area definita come quella dello Stato Pontificio o capitolina. A tale proposito s’inserisce l’importante testimonianza fornita da Suor Pascalina Lehnert contenuta in una sua biografia su Papa Pacelli pubblicata nel 1984 per quelli di Rusconi intitolata: “Pio XII: Il privilegio di servirlo”. La suora, che è stata sempre al servizio del Papa x tutto il suo pontificato, racconta che: “Pio XII fece chiedere notizie alla Specola Vaticana, ma gli riferirono che all’Osservatorio non si era notato nulla di anormale nel sole. Anche altre informazioni chieste al di fuori, dietro preghiera del Santo Padre, diedero esito negativo”.
Tra l’altro, l’evento straordinario destò un certo clamore negli organi d’informazione tant’è che l’allora famosissimo periodico la “Domenica del Corriere” del 28 ottobre 1951, nella prima pagina illustrata pubblicò una ricostruzione artistica che ritraeva il Pontefice stupito osservare la “Danza del Sole”. Un evento che denota inequivocabilmente delle caratteristiche tipicamente ufologiche e che sembra abbia interessato “indirettamente” lo stesso Pontefice in quanto si verificò, anche se con caratteristiche differenti, il nove ottobre del ‘58 giorno della morte di Pio XII. In quell’occasione alcuni oggetti volanti non identificati evoluirono al di sopra di Castelgandolfo. L’evento fu rilevato dal Console Alberto Perego e riportato nel suo libro “L’Aviazione Elettromagnetica di altri pianeti opera tra noi” dove si legge: “Il 9 ottobre 1958 Pio XII si spegneva a Castelgandolfo. Nel Pomeriggio furono visti due dischi sorvolare la Villa Papale, ove era la salma del Pontefice. La stessa sera, alle 21:10, un globo luminoso, da Castelgandolfo sorvolò Roma, soffermandosi per pochi secondi, sul Vaticano. Centinaia di persone videro questo globo, e fortunatamente, anch’io, quella sera vidi saettare con luce brillante azzurra detto globo, trovandomi a passeggio a Piazza Farnese con mia moglie”. “…“un omaggio” alla salma del Capo della Cristianità?….Non lo escluderei affatto” - aggiunse Perego. Un’affermazione quella del Console italiano alquanto singolare ma sulla quale occorrerebbe meditare (v. l’intervista al Gesuita). Del resto, solo pochi giorni prima della sua morte, il 3 ottobre Pio XII, durante un’udienza concessa a dei pellegrini americani dichiarò: “Vedono il volto di Dio più da vicino Esseri che da sempre proteggono l’Umanità”.

Cristoforo Barbato

lunedì 17 novembre 2008

RETROSCENA DI UN MIRACOLO: INEDITO RACCONTO DI PAPA PIO XII

Il Giornale, 28 febbraio 2008

Ritrovato nell'archivio di famiglia un appunto manoscritto, inedito, nel quale Papa Pacelli descrive con stile asciutto e notarile il “miracolo del sole”. Un episodio del quale fino ad oggi si era parlato solo attraverso testimonianze indirette. «Ho visto» il miracolo del sole, «questa è la pura verità». Nel 1950, poco prima di proclamare il dogma dell’Assunta, Pio XII mentre passeggiava nei giardini vaticani assistette più volte allo stesso fenomeno verificatosi nel 1917 al termine delle apparizioni di Fatima e lo considerò una conferma celeste di quanto stava per compiere. Una circostanza fino ad oggi nota solo grazie alla testimonianza indiretta del Cardinale Federico Tedeschini che ne parlò durante un’omelia. Ora dall’Archivio privato Pacelli, conservato dalla famiglia del Pontefice, riemerge un documento eccezionale e inedito su quella visione: un appunto manoscritto dello stesso Pio XII, vergato a matita sul retro di un foglio nell’ultimo periodo della sua vita, nel quale in prima persona il Papa racconta ciò che gli è accaduto. L’appunto sarà esposto il prossimo novembre nella mostra vaticana dedicata a Papa Pacelli nel cinquantesimo della morte. Il resoconto è asciutto, quasi notarile, senza alcun cedimento al sensazionalismo. «Era il 30 ottobre 1950», antivigilia del giorno della solenne definizione dell’assunzione, spiega Pio XII. Il Papa stava dunque per proclamare dogma di fede l’assunzione corporea in cielo della Madonna al momento della morte, e lo faceva dopo aver consultato l’episcopato mondiale, unanimemente concorde: soltanto sei risposte su 1.181 manifestavano qualche riserva. Verso le quattro di quel pomeriggio faceva «la consueta passeggiata nei giardini vaticani, leggendo e studiando». Pacelli ricorda che, mentre saliva dal piazzale della Madonna di Lourdes «verso la sommità della collina, nel viale di destra che costeggia il muraglione di cinta», sollevò gli occhi dai fogli. «Fui colpito da un fenomeno, mai fino allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso», che però non impediva in alcun modo di fissare lo sguardo «senza riceverne la minima molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti». «Il globo opaco - continua Pio XII nell’appunto inedito - si muoveva all’esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell'interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti». Il Papa attesta di aver assistito allo stesso fenomeno il giorno seguente, 31 ottobre, e il 1° novembre, giorno della definizione del dogma dell’Assunta, quindi di nuovo l’8 novembre. Poi non più». Ricorda pure di aver cercato «varie volte» negli altri giorni, alla stessa ora e in condizioni atmosferiche simili, «di guardare il sole per vedere se appariva il medesimo fenomeno, ma invano; non potei fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito la vista abbagliata». Nei giorni seguenti Pio XII riferisce il fatto «a pochi intimi e a un piccolo gruppo di Cardinali (forse quattro o cinque), fra i quali era il Cardinal Tedeschini». Quest’ultimo, nell’ottobre dell’anno seguente, 1951, si deve recare a Fatima per chiudere le celebrazioni dell’Anno Santo. Prima di partire viene ricevuto in udienza e chiede al Papa di poter citare la visione nell’omelia. «Gli risposi: "Lascia stare, non è il caso". Ma egli insistette - continua Pio XII nel manoscritto - sostenendo l’opportunità di tale annuncio, ed io allora gli spiegai alcuni particolari dell’avvenimento». «Questa è, in brevi e semplici termini - conclude Papa Pacelli - la pura verità». «Pio XII era persuasissimo della realtà del fenomeno straordinario, cui aveva assistito ben quattro volte», ha dichiarato suor Pascalina Lehnert, la religiosa governante dell’appartamento papale. Il cosiddetto «miracolo del sole» si era già verificato il 13 ottobre 1917 a Fatima, al termine delle apparizioni ai tre pastorelli. Così lo raccontò nella sua cronaca M. Avelino di Almeida, giornalista laico e non credente, inviato del quotidiano O Seculo e testimone oculare: «E si assiste allora ad uno spettacolo unico ed incredibile allo stesso tempo per chi non ne è stato testimone... Si vede l’immensa folla voltarsi verso il sole sgombro di nuvole, in pieno giorno. Il sole ricorda un disco d’argento sbiadito ed è possibile guardarlo in faccia senza subire il minimo disagio. Non scotta, non acceca. Si direbbe un’eclisse». Pio XII era molto legato a Fatima: la prima apparizione ai tre pastorelli era infatti avvenuta il 13 maggio 1917, lo stesso giorno in cui Pacelli veniva consacrato arcivescovo nella cappella Sistina. È attestato che Pio XII e l’unica sopravvissuta dei tre veggenti, suor Lucia Dos Santos, rimarranno sempre in contatto, e il Pontefice, nell’ultimo anno della sua vita, conserverà il testo del Terzo segreto di Fatima nel suo appartamento. «Varie volte - ha dichiarato la marchesa Olga Nicolis di Robilant Alves Pereira de Melo testimoniando al processo di beatificazione di Pacelli, «trasmisi messaggi del Santo Padre per Suor Lucia e di questa per lui, ma siccome promisi di mai rivelare nulla a chicchessia, non mi sento autorizzata a farlo adesso».

«Era il 30 ottobre 1950, antivigilia del giorno, da tutto il mondo cattolico atteso con tanta ansia, della solenne definizione dell’assunzione in cielo di Maria Santissima. Verso le ore 4 pom. facevo la consueta passeggiata nei giardini vaticani, leggendo e studiando, come di solito, varie carte di ufficio. Salivo dal piazzale della Madonna di Lourdes verso la sommità della collina, nel viale di destra che costeggia il muraglione di cinta. A un certo momento, avendo sollevato gli occhi dai fogli che avevo in mano, fui colpito da un fenomeno, ma fino allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso, che però non impediva in alcun modo di fissare attentamente il sole, senza riceverne la minima molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti. Il globo opaco si muoveva all’esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell’interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti.Lo stesso fenomeno si ripeté il giorno seguente, 31 ottobre, e il 1° novembre, giorno della definizione; e poi di nuovo l’8 novembre, ottava della stessa solennità. Quindi non più. Varie volte cercai negli altri giorni, alla stessa ora e in condizioni atmosferiche uguali o assai simili, si guardare il sole per vedere se appariva il medesimo fenomeno, ma invano; non potei fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito la vista abbagliata. Nei giorni seguenti manifestai il fatto a pochi intimi e a un piccolo gruppo di Cardinali (forse quattro o cinque), fra i quali era il Cardinal Tedeschini. Quando questi, prima della sua partenza per la sua missione di Fatima, venne a visitarmi, mi espresse il suo proposito di parlarne nella sua Omelia. Gli risposi: "Lascia stare, non è il caso". Ma egli insistette sostenendo l’opportunità, di tale annuncio, ed io allora gli spiegai alcuni particolari dell’avvenimento. Questa è, in brevi e semplici termini, la pura verità».

«QUESTA È LA PURA VERITÀ»

Nella prima delle frasi evidenziate del manoscritto, vergato a matita, le parole del Papa «colpito da un fenomeno» mai visto. Il sole era un globo giallognolo circondato «da un cerchio luminoso» (seconda frase evidenziata). Sotto: cerchiata in rosso la frase di Pio XII al Cardinale Tedeschini che gli chiedeva di poter divulgare la notizia: «Lascia stare, non è il caso». Da notare, infine, le due parole dattiloscritte e capovolte: «Maria...Maria». Si trattava infatti di un foglio di recupero. Papa Pacelli era abituato a riutilizzare i fogli per appunti. Il suo stesso testamento sarà scritto sul retro di una delle buste che contenevano i fogli d’udienza.